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martedì 24 aprile 2012

Facebook: dalla menopausa all'adolescenza con un login

Facebook.
Il più utilizzato e diffuso social-network, nato nel lontano 2004 dalla mente diabolica di Mark Zuckerberg.
La nuova droga, spacciata gratuitamente e con licenza in 16.858.340 case italiane, ha visto l'esponenziale crescita della sua assunzione portare il nostro Bel Paese dalla 8 alle 6 posizione mondiale di usufruitori.


Una statistica del 1 Gennaio 2011, sulla percentuale di utenti divisi in fasce di età, conta un preoccupante ed insolito dato nelle età dai 33 ai 54 anni, con un 33,97 %  a discapito del 18.13% e il 28,59% delle categorie maggiormente demonizzate, ovvero rispettivamente gli under 17 e i 18-24.
Facebook ha corrotto il 29% delle persone digiune di web, iniziandole al viaggio nel paese delle meraviglie. 


Pillola blu o pillola rossa. 
Se Matrix fosse stato girato qualche anno dopo, sicuramente Neo avrebbe fatto tutt'altra scelta. Così si sarebbe informato senza sforzi sugli aggiornamenti di stato dell'Oracolo, avrebbe giocato a guerra di bande con l'Agente Smith, mandato regali su Pet Society a Trinity e condiviso link derisori sulla bacheca di Morpheus.
Avrebbe conosciuto ogni impensabile regola dei giochi di ruolo senza doversi far infilare lo spinotto nella nuca. Ogni nerd avrebbe voluto averlo ai loro tornei.


Torniamo però alla realtà ed ai nostri coscienziosi adulti, i quali hanno scoperto, grazie a questo grande social network, la loro innata attitudine al giardinaggio.
Farmville ha mosso più braccia e utilizzato più zappe di un qualsiasi carcere. 
Ha reso piacevole l'idea di sporcarsi con la terra e di vedere i propri frutti crescere.
Soddisfazioni alle quali non si può rinunciare.
Azzardatevi però a proporre di creare un piccolo orticello nel giardino di casa vostra.


Gli over 50 hanno scoperto che non c'è più bisogno di scervellarsi per trovare qualcosa da fare, basta un login e il gioco è fatto.
Scoprono lati misteriosi del loro carattere, la forza oscura che hanno sempre celato e che si rivela come capiscono che qualcuno, qualcuno di cui pensavano di fidarsi, ha osato condividere un link senza mettere "mi piace".
Hanno rispolverato le emozioni che provavano quando incrociavano lo sguardo con il ragazzetto che le faceva battere il cuore. 
L'amour. 
Sprecare ogni neurone nel pensiero costante di cosa stia facendo, se anche le sue piantagioni siano essiccate, come sarebbe romantico! 
Chissà se ha letto la canzone che ho condiviso da youtube ed ha capito che era per lui... oppure quella frase, sì, quella con i "ti amo" come punteggiatura, che rispecchia proprio il mio pensiero...e quello di altri 857.098.234 utenti. 


Momento...momento...momento!


Non staremo mica parlando dei nostri genitori, coloro che hanno passato il boom economico, gli anni della crescita, delle rivoluzioni del '68 e che adesso si improvvisano una nuova, diversa e scialba adolescenza?!
Dati alla mano, dal 31 dicembre 2008 al 31 dicembre 2011 il trend di questa fascia si è impennata da un 4,7% ad un 11,3% . 
Cosa c'è che non va?
Le nuove generazioni ormai si auto-lobotomizzano ancor prima di comprendere come funzioni il mondo, che tanto è comunque di merda poiché non gli offre su un piatto d'argento tutto ciò di cui hanno bisogno. Quindi, impacchettiamoli e mandiamoli direttamente in una casa di cura.
Ma i cinquantenni, cos'hanno che non va?
La crisi.
Ok, la crisi. La lotta quotidiana con il capo che ti fa perdere i capelli. I conti delle bollette. Le uscite senza entrate. I figli decerebrati con l'impianto stereo nella scatola cranica.
Quindi Facebook è uno svago, un modo per evadere dalle brutture del mondo, non una dipendenza.
Credo sia chiaro che questa scusa, tanto blasonata, non regga. 
Prima della nascita di Facebook come facevano?
I problemi c'erano anche negli anni '90, quando ero piccola io, e il modo per divertirsi si trovava anche al di fuori di uno schermo a cristalli liquidi.
L'inventiva, in particolare a noi italiani, non è mai mancata.


Facebook è una dipendenza che aiuta a non pensare. 
E' una cura rilassante che inibisce le capacità relazionali della gente.
Pensate che stia esagerando?
Il sopraddetto 33,97% preferisce passare 9ore e mezza a dialogare con sconosciuti di cui non saprà mai niente piuttosto che guardare in faccia il proprio figlio e dire " Adesso ci stacchiamo entrambi dal pc e usciamo! " .
Il 18,13% e il 28,59% che comprende i miei coetanei non è più in grado di instaurare una conversazione con una ragazza o un ragazzo che gli interessa se non tramite chat.
Non riescono a ideare una scusa con la quale attaccare bottone.
Facebook dona quella spinta spasmodica a effettuare il login per dimostrare a se stessi quanto non si è soli con i 578 amici proveniente da tutto il mondo. 
Diciamocela tutta, abbiamo perso l'abitudine a ragionare, ad analizzare le situazioni, a capire che un numero non fa una folla.
Confrontarsi...capire fa paura. 
Capire risolve i problemi, facebook è solo un oppiaceo. 

domenica 22 aprile 2012

Presi per il cul...pardon, per la cultura!

Roma.
Dal 14 al 22 Aprile: la temibile SETTIMANA DELLA CULTURA.
Se sentivate il bisogno di essere presi in giro, questo era il modo migliore.
Perchè dico così? 
La prima beffa sta' nel periodo scelto, il quale include il 21 Aprile:  Natale di Roma; giorno in cui i musei sarebbero stati a prescindere gratuiti. 
Quindi è un po' come se avessero rubato un giorno...cosa alla quale nessuno fa caso, dato che in realtà i giorni della manifestazione sono 9 e non 7. 
Fino a qui, in realtà, non vi è nulla di negativo, anzi! 
La possibilità di una maggiore tranquillità con la quale visitare i musei GRATUITI.
Ed ecco che scoviamo la seconda burla: gratuiti ( non so perchè mi venga da ridere). 
Intanto cerchiamo di capire QUALI musei , dato che averli tutti a disposizione sarebbe un sogno. 
Fortunatamente il sito dei beni culturali è così ben strutturato che avere la lista completa,che vi linko QUI, dei musei statali non comporta imprese epiche.
Improvvisando una rapida statistica: su 82 risultati, 45 sono i musei che hanno SEMPRE l'ingresso GRATUITO; a questi aggiungiamone 7 di cui non è specificato l'importo e 1, la Domus Aurea, di cui abbiamo perso ogni speranza nel vederla aperta.  
Fra i restanti 29 siti archeologici, solitamente a pagamento, troviamo senza troppa fatica il complesso 
Anfiteatro Flavio, Fori e Palatino.
Finalmente gratis per la settimana della cultura? 
Con il biglietto di 12 euro, possiamo anche togliere dalla rosa dei campioni questi tre siti archeologici dalla indubbia importanza. 
Il tutto giustificato dal fatto che gli introiti saranno destinati a una procedura di manutenzione.
Molto nobile...ma essendo la meta prediletta di ogni turista, non si poteva sospendere questa beneficenza per solo 9 giorni?! 
Stiamo parlando del simbolo di Roma, di quel luogo per il quale i turisti pagherebbero sempre per entrarvi ( appunto per questo se ne sono fregati! )..non sarebbe stato carino donargli questo piccolo regalo per ringraziare il loro amore verso la nostra città?
Ma passiamo oltre...
La Galleria Borghese.
Per quanto aderisca al piano della "settimana della cultura" e quindi il biglietto sia completamente gratuito, si esige la prenotazione obbligatoria. 
Ovviamente è tutto pieno fino al 22 Aprile. 
Una manovra furba per permettere a tutti di usufruire dei suoi beni culturali.
Ma non vi sono solo beffe, dato che alla manifestazione aderiscono anche i Musei Civici di Roma, allargando le prospettive di visita.
Ma ecco che abbiamo alla mano i dati di un'altra piccola statistica, basata interamente sulle informazioni date su ogni sito web dei 20 musei civici.
Su 20 solo 8 hanno l'entrata gratuita, 2 di essi con eventuale integrazione per le mostre in corso al loro interno.
Dei 12 musei a pagamento sono menzionati solo i più conosciuti come i Musei Capitolini, Ara Pacis, Planetario e Museo Astronomico.
Ci stiamo prendendo in giro?
Siamo la città turistica per antonomasia, dovremmo essere promotori dei beni culturali che possediamo, degli immensi e sconfinati monumenti interessanti che ospitiamo, dei tantissimi turisti che vengono in ogni periodo dell'anno per visitarli, e noi, anche durante la settimana della cultura, ci divertiamo così tanto a prenderci in giro?

venerdì 20 aprile 2012

La Casina delle Civette



All'interno di Villa Torlonia sorge questa struttura, a dir poco caratteristica, conosciuta come la 
"CASINA DELLE CIVETTE".
Come la maggior parte delle costruzioni site in questa Villa, essa fu spesso rimaneggiata per assumere, infine, questo aspetto.

Visuale dal cancello di entrata
Lungo il perimetro destro
Fiancata destra dall'entrata




 Inizialmente si presentava come una costruzione rustica con un rivestimento bugnato (una lavorazione muraria che consiste in blocchi di pietra sovrapposti e disposti in file sfalsate) di tufo. 
Questo risalente al 1840 con l'idea di Giuseppe Jappelli su incarico di Alessandro Torlonia. Assume il nome di "Casina Svizzera".

Nel 1908 il nipote di Alessandro la trasformò nel Villaggio Medievale, apportandovi l'aggiunta di torrette con maioliche, porticati, loggette, e vetrate colorate.
Sono proprio quest'ultime a designare il nuovo e definitivo nome di "Casina delle Civette", con le raffigurazioni di civette stilizzate nei disegni di edera realizzati da Duilio Cambellotti  e il successivo inserimento di rappresentazioni di civette sparse per tutta la casina.







Contrapposizioni




lunedì 9 aprile 2012

Walking around Villa Torlonia

Meta di gite scolastiche ( in 5 anni di elementari ci sarò andata almeno 3 volte! ), coppiette, corridori e studenti della Sapienza, il parco di Villa Torlonia si estende fra le sue varie e numerosi componenti.
Sita in via Nomentana, facilmente raggiungibile sia in macchina che in metro, questo luogo è l'ideale per una passeggiata rilassante fra costruzioni datate dal XVII secolo al XX.


I Falsi Ruderi
Il Tempio di Saturno




Costruito nel 1832 per volere di Alessandro Torlonia, figlio di Giovanni Torlonia, il quale comprò la villa dai precedenti possessori, la famiglia Pamphilj.
Trae spunto dal tempio di Esculapio eretto a Villa Borghese e rientra nel complesso dei falsi ruderi. Di essi è ancora possibile vedere la Tribuna con Fontana ma non più il Caffè-House, la cappella di Sant'Alessandro e l'Anfiteatro.




Il Casino Nobile 
Visuale dall'obelisco dedicato ad Anna Maria, madre di Alessandro Torlonia.

Dopo un lavoro di ristrutturazione dal 1802 al 1806, commissionato da Giovanni Torlonia a Giuseppe Valadier, il Casino Nobile assunse l'aspetto che ha tutt'ora. 
Alla morte di Giovanni, il figlio continuò a chiamare altri e vari artisti per completare il restauro, al fine di rendere monumentale l'entrata della villa.
L'ultimo a voler modificare l'edificio fu Benito Mussolini, il quale lo "affittò" al valore simbolico di 1 lira e nel quale vi fece aggiungere due bunker nel seminterrato: uno antigas ed uno antiaereo!





Obelischi e Colonne Onorarie

La Villa possiede due obelischi, dedicati rispettivamente ai genitori di Alessandro Torlonia. 
Questo è quello in nome della madre Anna Maria, elevato il 26 Luglio in commemorazione di Sant'Anna. 
Il fatto che abbia fotografato questo non è questione di femminismo ma pura casualità. :D



In prossimità dell'obelisco sopraddetto vi è questa colonna, fatta erigere da Alessandro Torlonia nel 1840 e dedicata a suo fratello Carlo.




Il Parco della Villa in random










WHAT SIR?
Vicino al Villino Medievale, nel quale vi è allestito un museo sulle scienze, c'è un piccolo parco per i bambini...ovviamente i bambini non ci volevano giocare, così lo occupammo noi!


Parallel world


Effetto Nano


Loooooollipop!




In the next episode: La Casina delle Civette.

sabato 7 aprile 2012

Nyan Cat falls in love!

Mea culpa...sto trascurando il blog e tutti i miei follower, lo ammetto!
Per questo motivo, prima di postare il mio nuovo reportage su Villa Torlonia, voglio allietarvi con un adorabile gattino cosplayer vestito da pane e marmellata: Nyan Cat ( per chi non lo conoscesse è arrivato il momento di farlo : CLICCA!!! ) che finalmente ha trovato l'anima gemella, la quale gli farà capire quanto lui sia importante e quanto la gente abbia bisogno di lui..
sniff sniff...buona visione! :D

lunedì 2 aprile 2012

Vittorio Alfieri e la noia dell'animo aristocratico

Tomba di Vittorio Alfieri, Basilica di Santa Croce, Firenze

" Certo, l'andar qua e là peregrinando
ell'è piacevole molto ed util arte;
pur ch'à pie non si vada, ed accattando.
Vi si impara più assai che in su le carte,
non dirò se a stimare o a spregiar l'uomo
ma a conoscere se stesso e gli altri in parte. "

A due secoli dalla scoperta dell'America, l'idea di viaggio si radica sempre di più nella mentalità umana, toccando classi aristocratiche e non. 
A prova di ciò Goldoni, con "La villeggiatura", ironizza su un ceto sociale, né aristocratico né ricco, che imita i nobili in quell'usanza destinata poi a divenire fenomeno di massa.
Quindi il viaggio entra ormai nella vita degli uomini, assumendo la sfumatura di una via di salvezza verso la libertà e di un allontanamento dalle costrizioni civili, causa di noia.
Ed è proprio il tedio il protagonista e promotore degli innumerevoli viaggi di Vittorio Alfieri, i quali, invece di allietarlo, gli lasceranno una leggera delusione e disillusione nei confronti del viaggio stesso.
Spinto dalla velocità, impazienza e melanconia, accusa la lentezza come assassina di ciò che è veramente umano nell'uomo : la passione.
E così, la continua presenza di un'irrequietezza filo romantica e della noia in agguato, Alfieri passa quasi 20 anni della sua vita in spostamenti, alla stregua dell'errabondo, per l'Europa.
Tocca Vienna, Berlino, la Finlandia, Russia, Londra, Olanda, Francia, Spagna. In ognuno dei quali, fra scandali amorosi e duelli, Vittorio Alfieri salirà incosciamente uno scalino verso un'ascesa "kierkegaardiana" allo stato etico e alla costruzione di un sua identità.
Quest'ultima la trovò poi a Lisbona, dove, grazie alla spinta dell'abate Valperga di Caluso, si allontana dalla cecità di un vagare senza meta per intraprendere un percorso più cosciente verso il suo futuro di drammaturgo.

" Del corso triennal noiati e rotti
rimpatriammo al fin, volente Iddio,
dell'Europa quant'è chiariti e dotti
del pari, e il Legno, e il ser Baule, ed Io. "

Così, nonostante non avesse trovato nulla nei suoi viaggi, nulla di plateale che potesse placare la sete della sua irrequietezza, a berne di quelle esperienze fu la sua mente, nella quale vi entra una risolutezza e rettificazione del pensiero.
Infatti i suoi viaggi non termineranno, anzi, inizieranno una nuova fase in cui il loro scopo sarà prettamente improntato alla serietà nei confronti del suo lavoro ed ispirazione. 
Sarà affiancato dalla donna amata, la Contessa di Albany, e dall'amore verso la sua patria ( nel 1786 dopo il suo soggiorno a Parigi scrive il " Misogallo", una ferrea critica ai francesi in un periodo in cui Napoleone iniziava la sua occupazione e conquista territoriale. ).A causa del suo patriottismo Alfieri dovette fuggire da Firenze , nella quale ormai erano arrivati i francesi, per rifugiarsi in un paesino limitrofo.
La vita di Alfieri, subordinata ai continui spostamenti, intona il  preludio alle Modalità esistenziali di Kierkegaard (1813 - 1855 ), allo stadio estetico ed etico
Vittorio Alfieri punta la motivazione dei suoi viaggi nella possibilità di una via di fuga da ciò che è banale, ripetitivo e meschino ma, per quanto esse siano basse, non potrà trarre dall'esperienza un maggior nobile insegnamento ( << Vi si impara più assai che in su le carte >> ). 
Inconsapevolmente abbandona un viaggio errabondo e nebbioso per raggiungere la consapevolezza di se stessi ( << non dirò se a stimare o a spregiar l'uomo/ ma a conoscere se stesso e gli altri in parte. >> ), un viaggio che da fisico diventa interiore, un cammino verso di sé attraverso l'osservazione analitica di ciò che lo circonda.
Insomma, un tributo al primato dell'esperienza sui semplici e statici studi, all'insistente noia di una vita scandita in cerimonie ripetitive e al terrore di immergercisi senza neanche rendersene conto. 
Un tributo ed uno stimolo a seguire ciò che siamo, passione e irrequietezza; degli eterni cercatori che non troveranno mai quello per cui sono partiti ma che si sorprenderanno sempre di vedere quanto, a loro insaputa, il baule si sia riempito.